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É brutta comunque la guardi

Avete notato che il capolavoro del punto in due partite ha trasformato un doppio turno favorevolissimo – uno per definizione, perché gli altri si scontravano tutti tra di loro, e uno per gentile omaggio dopo che avevano perso punti tutti – in una situazione nella quale la classifica è brutta da qualsiasi parte la vuoi guardare?

É brutta perché la Lazio che allunga a quattro punti, che poi sono cinque perché difficilmente non avrà lo scontro diretto a favore dopo il risultato dell’andata, che ha già giocato e vinto a Napoli e che da qui alla fine preparerà una partita alla settimana comincia a scappare un po’ troppo.

É brutta perché il quarto posto, ve lo diciamo, quest’anno è il piazzamento più scomodo possibile. Perché gli asterischi in questo campionato non finiranno mica il 19 aprile dopo l’udienza al CONI: c’è un’altra inchiesta della Procura Federale che probabilmente porterà ad un altro processo sportivo che chissà come andrà, e poi ci sarà da aspettare quello che deciderà di fare la UEFA ed eventualmente i più che probabili ricorsi al TAS… insomma, per farla breve, chi arriverà quarto quest’anno con ogni probabilità dovrà sedersi e aspettare quantomeno la fine di giugno per scoprire se giocherà in Champions League o in Europa League, il che vuol dire tutto fermo fino alla fine di giugno più o meno come l’anno scorso, quando ci siamo impantanati per un mese sul rinnovo dei contratti dell’area sportiva, con i risultati sul mercato estivo e poi di conseguenza sulla stagione che abbiamo visto e che stiamo continuando a vedere.

É brutta perché hai fatto rientrare pure un’Atalanta che sembrava, almeno quello, un problema risolto e che invece hai riportato a tre punti. E quando ricominciamo dopo la sosta tu vai a Napoli e loro a Cremona.

É brutta perché, ed è la più paradossale di tutti, sei riuscito a fare in modo di dover tenere d’occhio la classifica della Juventus sia nel caso in cui gli restituiranno tutti i loro punti, e questo nel nostro piccolo l’abbiamo sempre fatto, sia nel caso in cui resteranno penalizzati, e almeno questo francamente speravamo di evitarcelo.

Dovrebbe essere più che sufficiente così per dare motivazioni ad una squadra che, se manca la Champions League da campione in carica e in una stagione nella quale la quota quarto posto con ogni probabilità sarà tra le più basse di sempre, registra un fallimento sportivo colossale.

Se però non bastasse ancora, al posto di questa classifica possono appendersi negli spogliatoi quella dall’inizio del 2023: rende ancora di più l’idea di quello che stiamo combinando.

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Lo stanno dicendo in tutti i modi

Aveva iniziato Tonali ad agosto, ma ultimamente ce lo stanno dicendo tutti che il primo problema di questa squadra è che troppe volte va in campo senza aver attaccato la spina.

Più chiari di Ibra e Pioli ieri sera non si può essere.

Poi per carità i problemi tattici ci sono, e sicuramente abbiamo vestiti più adatti al 3-5-2 che ci siamo messi addosso in un momento di emergenza – e che a questo punto forse è ora di abbandonare, visto che non serve più nemmeno ad evitare di prendere imbarcate… -, ma non è spostando le posizioni in campo che si mette a posto questa stagione.

Il problema principale è che questa squadra attacca la spina solo quando trova un motivo per farlo, e non va bene.

La spina la attacca in Champions League, perché la Champions League di quest’anno è un po’ il Campionato dell’anno scorso, è la grande avventura dove provare a costruirsi il sogno. E la attacca in Campionato quando succede qualcosa che gli fa alzare la soglia dell’attenzione. Abbiamo cambiato modulo: occhio, allora vuol dire che le cose non stavano andando bene, dobbiamo fare meglio. E infatti hai fatto meglio, ci hai messo la testa giusta e sei tornato ad essere una squadra solida. Che poi non giocava il calcio sul quale hai costruito gli ultimi due anni ma che perlomeno non regalava niente agli avversari, e tanto basta per vincere la maggior parte delle partite perché se cominci a non prendere gol poi in novanta minuti, anche non facendo un calcio spettacolare, bene o male il modo di buttare dentro almeno un pallone una squadra come il Milan lo trova.

É durata quattro partite. Il tempo di ritrovare fiducia, di convincersi che tutto era tornato a posto e hai staccato di nuovo la spina.

Adesso forse – ripetiamo: probabilmente è il caso – cambieremo di nuovo, torneremo a quattro dietro e magari proveremo finalmente a metterci a tre in mezzo. Ed è anche possibile che le cose in campo migliorino, almeno per un po’. Ma se dopo tre o quattro partite buone torniamo a sederci siamo punto e a capo.

Non si può cambiare sistema di gioco ogni mese perché altrimenti la squadra non resta in tensione. Non è una roba seria e non si può pensare sia il modo corretto di risolvere il problema di una squadra che spesso va in campo a vedere cosa succede anziché per prendersi la partita. Non fosse altro perché forse metti una pezza al problema dell’approccio mentale alle partite, ma finisci col fare un casino pazzesco dal punto di vista tattico se ogni tre partite stravolgi quello che devi fare in campo.

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Il nostro girone di ritorno

Otto partite, quattro sconfitte.

Nel 2023, quindici punti in dodici partite. Più la Coppa Italia, più la Supercoppa.

Un punto nelle ultime tre partite, con tre squadre che – prima di giocare con noi – stavano tutte nella colonnina di destra. E ne hai fatto uno giusto perché era la Salernitana, perché se fosse stato qualcuno di minimamente più attrezzato per la partita che hai fatto non avresti preso nemmeno quello.

Non sta né in cielo né in terra. Sono numeri che vanno al di là di qualsiasi alibi, più o meno valido che possa essere.

Pensate che ci avevano quasi convinto che gennaio fosse stata un’eccezione, dovuta a chissà quali motivi, e che in qualche modo ci eravamo rimessi a posto. Invece l’eccezione, in questo 2023, sono le tre partite vinte a febbraio.

E sapete cos’è che ci manda in bestia? Il pensiero che siamo capacissimi di tirare fuori il partitone a Napoli dopo la sosta. Per poi ovviamente andare ancora in vacanza sette giorni dopo con l’Empoli, perché quest’anno abbiamo deciso di essere questa roba qui.

Abbiamo fatto la difesa a tre – che poi è a cinque – perché prendevamo gol da tutte le parti e dovevamo mettere un freno alla valanga, anche a costo di sacrificare due anni di idee e principi di gioco che avevano portato a uno scudetto. Ha funzionato per quattro partite. Da Firenze abbiamo ricominciato a prendere gol ad ogni soffio di vento, esattamente come prima, ma senza nemmeno più le idee e i principi di gioco che avevi prima: lanciala lunga e speriamo che succeda qualcosa. E ovviamente non succede mai niente.

Detto che non sono certo moduli e numeri il problema principale, magari una riflessione facciamola anche su questo.

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Lo scempio è finito

Un’altra prestazione indegna, di una squadra che quest’anno ha deciso di giocare solo le partite che le solleticano il palato. Tutte le altre sono questa roba qui: noiosi intermezzi che giocano per farti un piacere e perché gli hanno detto che sono obbligati a farlo, con il risultato finale che è più o meno buono a seconda di come ti gira la giornata.

É imbarazzante come siamo scesi in campo, è imbarazzante come abbiamo preso il secondo gol un minuto dopo averla raddrizzata, è imbarazzante come sono entrati i cambi dalla panchina, è imbarazzante il modo in cui concediamo due gol in superiorità numerica dentro l’area piccola, è imbarazzante qualsiasi cosa cerchiamo inutilmente di fare in campo.

Non c’è altro da dire.

Ma proprio nient’altro: tacete e risparmiateci almeno le parole di circostanza che ci sentiamo ripetere da tre mesi, per poi vedere sempre le stesse cose.