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Ciascuno pensi ai suoi regali

Ringraziamo il fu presidentissimo per averci confermato ancora una volta che, nonostante stiano per vincere il diciannovesimo-più-uno, quello di due anni fa ce l’hanno ancora tutto sullo stomaco (perché siamo raffinati…) e lì è destinato a restare, perché vincerlo arrivandogli da dietro e bruciandoli in volata è e rimarrà a prescindere lo scudetto più bello di sempre. Con buona pace dei -14, dei derby e di tutte le presunte stelle che si vogliono appicciare addosso.

Detto questo, per la precisione, ricordiamo che se quell’anno lì da gennaio in poi non fossimo dovuti passare per Serra, il braccio di Udogie nel decennale di Muntari e la caviglia di Belotti scambiata per un pallone al VAR, loro nel recupero a Bologna avrebbero giocato un’amichevole perché quel campionato sarebbe stato già chiuso da un pezzo. L’unico regalo, quell’anno, lo hanno ricevuto loro nell’essere tenuti in piedi fino all’ultima giornata.

Quanto a scudetti regalati, superare tutti quelli che ha ricevuto in omaggio alla carriera lui, prima con la commissione dei saggi inventata a luglio per dare finalmente un senso a quelle bandiere col quattordici che giacevano impolverate nelle soffitte dal cinque maggio e poi sbaragliandogli tutta la concorrenza e spianandogli la strada per gli anni a venire – salvo poi sentirci dire dal procuratore federale che se avesse avuto tra le mani a suo tempo anche le loro di telefonate avrebbe infilato nel maxi processo di quell’estate pure loro -, è praticamente impossibile.

Un commento su “Ciascuno pensi ai suoi regali

  1. Aggiungerei il “fuorigioco geografico” di Giroud sul gol di Kessie, inventato in Milan-Napoli e definitivamente abolito sul gol di Acerbi in Roma-Inter di quest’anno.
    Mi pare che, come nei film di Harry Potter si aveva paura a nominare Voldemort chiamandolo tu-sai-chi o colui-che-non-deve-essere-nominato, ci sia una situazione analoga nei confronti dell’Inter (quelli là ecc.). Non bisogna aver paura di nominare Inter-Voldemort, sono e saranno sempre la seconda squadra di Milano, per quanto odiosa possa essere. Per me, che vivo in provincia di Torino, è una situazione paragonabile a quella della Juventus (o Rubentus): i bauscia sono pari ai gobbi

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