1 Commento

E due

Dopo le tre pere – solo parzialmente rimediate – contro i penultimi in classifica nella partita tra i due turni di coppa, ecco la prestazione senza capo né coda che porta all’eliminazione nella partita di ritorno.

Tutto procede come da copione abbondantemente previsto dopo la partita di andata. In attesa di lunedì.

Non c’è molto da dire. O forse ci sono così tante cose che non si sa nemmeno da che parte cominciare.

Alla vigilia si pensava, tutti più o meno pensavano, che sarebbe stato un confronto equilibrato tra due squadre che arrivavano all’appuntamento in un buon periodo di forma: è stato un monologo che premia con la meritatissima qualificazione la squadra migliore sotto qualsiasi punto di vista – quello tattico, quello mentale, quello di gestione dei diversi momenti della partita: tutto – dal primo al centottantesimo minuto.

Stasera, ancora una volta e se possibile ancora più che a San Siro, si è vista da una parte una squadra ordinata, compatta e organizzata anche in inferiorità numerica, messa bene in campo, con compiti e ruoli ben definiti dove tutti sapevano cosa fare. E dall’altra, se non sapessimo che questa squadra gioca insieme da mesi, undici improvvisati che si sono conosciuti fuori dallo stadio mezz’ora prima della partita e sono andati in campo a sentimento.

Una disorganizzazione tattica assoluta, unita ad una condizione mentale ancora e per l’ennesima volta completamente inadeguata all’appuntamento, che hanno portato allo 0-2 dopo venti minuti nella partita più importante della stagione. Il resto, dopo l’espulsione, è stato un abominevole caos tattico che, come prevedibile, non ha portato a nulla perché a calcio da che mondo e mondo si gioca con ordine e metodo, non con il casino.

Ci piacerebbe sapere qual era il piano tattico di questa partita. Come è stata preparata? Che cosa volevamo fare? Abbiamo studiato la partita di sette giorni fa? Quali contromisure abbiamo adottato alle mosse con le quali la Roma ci aveva messo così tanto in difficoltà? Perché in campo non abbiamo visto niente.

Oppure, se proprio non sarà possibile avere delle risposte a queste domande, ci basterebbe almeno ricevere delle scuse per lo scempio che ci è stato propinato in queste due partite e che – per l’imbarazzante proposta di (non) calcio che si è vista senza soluzione di continuità per centottanta minuti – finisce di diritto tra le peggiori immagini della storia internazionale del Milan.

Non cambierebbe di una virgola quello che pensiamo di queste due partite, di questa stagione e di questo progetto tecnico ormai sotto accanimento terapeutico da tempo, ma sarebbe quantomeno un segnale di dignità.

L’augurio è che chi di dovere sia già attaccato al telefono in vista della prossima stagione. E occhio a non sbagliare numero, perché vi assicuriamo che presentarsi con i nomi “esotici” che abbiamo dovuto sentire nelle ultime settimane non è proprio il caso.

Un commento su “E due

  1. Detto che con 40 attaccanti il gol della bandiera lo segna Gabbia,
    detto che su 2 partite la Roma è stata molto superiore (più nella prima),
    detto che continuo a non capire cosa ci faccia Calabria in mezzo al campo (invece di anticipare Mancini sul primo gol),
    detto che si insegna ai difensori di non fare la scivolata (Theo sul secondo gol)
    detto che la maggior parte dei cross è per nessuno,
    detto tutto il male possibile, buona parte del risultato complessivo lo fanno le due traverse: la prima avrebbe consentito un ritorno più tranquillo, la seconda avrebbe pareggiato la partita quasi subito consentendo di giocare senza affanno
    chi ha visto ieri City-Real avrà notato un catenaccio d’antan della squadra di Ancelotti avere alla fine la meglio su power play di Guardiola che, senza voler fare paragoni blasfemi con la nostra squadra, è organizzatissimo: sono le occasioni da gol che sono mancate sia al City che a noi (con l’aggravante della superiorità numerica)
    Furlani lunedì sera sosteneva che sul mercato basteranno 2 o 3 acquisti di qualità: secondo me si sbaglia di grosso, a meno che un nuovo allenatore non porti ad un salto di qualità. Uno alla De Rossi, per intenderci

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.