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Ancora su Lopetegui

Staremo a vedere se la notizia è vera.

Per il resto l’abbiamo già detto: guardiamo e riguardiamo la sua carriera e il suo profilo e non troviamo una ragione che sia una per la quale dovremmo ritenerlo adatto alla panchina del Milan in questo momento storico.

Non ha un profilo da allenatore vincente più di quanto lo abbia Pioli, quindi non rappresenta in alcun modo un salto di qualità da questo punto di vista. Non ha mai frequentato dal punto di vista professionale, né da calciatore né da allenatore, la Serie A o qualsiasi altra categoria del calcio italiano per cui possa vantare un qualche tipo di esperienza maturata. Nella sua unica avventura su una panchina paragonabile a quella del Milan per la pressione che comporta – dettata dalla storia e dalla necessità di ottenere risultati di successo – quella del Real Madrid, è durato quattro mesi precampionato incluso, raccogliendo anche delle discrete figuracce e lasciando al nono posto una squadra che veniva da tre Champions League consecutive. É un allenatore che, legittimamente, cerca di dare una svolta alla propria carriera ma la panchina del Milan, e il Milan in generale, non è né una bottega dove imparare il mestiere, né un centro di riabilitazione professionale.

L’unico titolo di merito che gli possiamo attribuire per sedere sulla panchina di questo Milan è esattamente quello che non vorremmo vedere riconosciuto all’allenatore del Milan: essere una figura poco ingombrante, che non fa ombra al “team” dirigenziale e che si adatta ad una filosofia per la quale vincere è un incidente della storia, se si arriva secondi o terzi va bene lo stesso.

Il vero problema è che, con Lopetegui, anziché ridare un po’ di fiato ad un ambiente che si deve sorbire le feste di quelli là, lo si deprime – oltre a farlo incazzare – ancora di più. Il che non è esattamente un dettaglio, perché vuol dire che sei obbligato ancora più del solito a partire bene, perché altrimenti vi possiamo già mettere per iscritto che al primo pareggio casalingo contro una squadra di metà classifica a settembre salta per aria tutto l’ambiente. E San Siro non è uno stadio facile quando ha una crisi di rigetto, soprattutto per chi in carriera finora non ha dimostrato particolari capacità di resistere alle alte tensioni.

Vogliamo continuare a sperare fino all’ultimo che al Milan qualcuno abbia un sussulto di dignità, oltre all’intelligenza calcistica per capire quali rischi inutili ci stiamo prendendo. Dopodiché, se dovesse mai arrivare, cercheremo di sostenerlo fin dove ci sarà possibile e con l’augurio che ci smentisca.

Però a una condizione: che se dovesse andare male e a novembre ci ritroviamo con una stagione da buttare, insieme a lui se ne va anche chi lo ha voluto pensando che fosse una buona idea. Per noi diventerebbe una situazione win-win.

2 commenti su “Ancora su Lopetegui

  1. A volte penso a cosa avrebbe fatto Berlusconi in questa situazione. Quando Ancelotti andò via scelse Leonardo, e non fu una scelta vincente. Chissà se adesso avrebbe scelto… Ibra. Se non possono o non si vogliono far venire i nomi (Conte, Thiago Motta, perfino Van Bommel) che in teoria sarebbero compatibili per un rilancio del nostro amato Milan, perché non lui? Avrebbe tutte le caratteristiche tranne il patentino (ma questo non è mai stato un problema), avrebbe le spalle larghe per sopportare la tensione inevitabile in questo caso ed è un vincente. E comunque non ce lo vedo molto come dirigente.

  2. Purtroppo l’ultimo Berlusconi, in questa situazione, avrebbe promosso Abate…

    Il Berlusconi quello vero forse avrebbe cercato De Zerbi.

    Ma a presentarsi con Lopetegui sette giorni dopo che l’Inter ti ha vinto uno scudetto in faccia battendoti per la sesta volta di fila non ci sarebbe arrivato neanche Berlusconi versione ubriaco.

    Non so se si rendono conto di quale miscela esplosiva stanno creando: una compattezza simile di tutto l’ambiente Milan su un’opinione credo non si sia mai vista, né al Milan né altrove.

    Non è così nemmeno su Conte: lo vorrebbero in tanti ma non lo vogliono tutti. Invece sul no a Giampetegui ci sono proprio tutti. É bastato un titolo di giornale per scatenare la rivolta: piuttosto che lui andrebbe bene anche una sedia.

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